I Giochi Olimpici sono una scintillante periodica vetrina aperta sul mondo, grazie all’ampia copertura mediatica da parte delle TV e più recentemente anche dei social media, in cui si confrontano i migliori talenti sportivi del mondo e se ne possono ammirare le performances .

I criteri di qualificazione previsti per potervi partecipare sono nel tempo diventati – per motivi organizzativi ed economici – sempre più competitivi e restrittivi, riducendo in maniera significativa lo spazio alla presenza non qualificata di atleti. Potervi partecipare è già un traguardo non trascurabile, la vittoria spesso un esito poco previsto.

Il ruolo svolto dai media nella narrazione dei Giochi Olimpici – sia sotto il profilo tecnico che quello attinente la personalità dei vincitori o dei concorrenti più significativi - ha reso ancora più universale l’importanza della Manifestazione .

La natura universale dei Giochi Olimpici moderni è testimoniata dai numeri che connotano lo svolgimento dell’ultima edizione di Rio de Janeiro 2016: 217 Paesi partecipanti con 11.303 atleti a confrontarsi in 28 Sport - articolati in 39 diverse specialità - per salire sul podio di 306 competizioni che hanno assegnato le medaglie olimpiche; 87 i Paesi che hanno conquistato un posto nel medagliere dei Giochi.

L'analisi di Tiziano Petracca e di Marcello Standoli che qui pubblichiamo, articolata su diversi piani di lettura, esamina approfonditamente i risultati dei primi 29 Paesi del medagliere CIO, ed è volta a proporre, anche considerando parametri macroeconomici e demografici, riflessioni sullo stato della rispettiva “salute sportiva”.


Accademia dei Maestri dello Sport “G. Onesti”



Da Rio a Tokio
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