CARLO DEVOTI AMBASCIATORE AONI 

IL RACCONTO DEL SUO VIAGGIO NELL’EUROPA DELL’EST



I motivi che mi hanno ancora una volta portato ad intraprendere un  lungo viaggio in auto nei paesi dell’ est Europa si riassumono in primis nel desiderio di incontrare i vecchi amici e conoscerne dei nuovi interessati a partecipare alle iniziative del nostro Festival, non secondariamente  nel rinnovare quel desiderio di pace  a cui abbiamo dedicato l’ estate 2023 ed ancora presentare il progetto Giochiamo a Giocare che vuole anche essere il contributo con cui da anni mi impegno a riproporre le il gioco popolare nelle scuole in cui opero , contributo che ha anche il compito di preservare e promuovere le nostre tradizioni al fine di allacciarsi correttamente alla pratica sportiva la cui specializzazione precoce renderebbe meno motivante e più debole le sue fondamenta.

Cercherò di riassumere il più brevemente possibile i momenti salienti del viaggio a cominciare dalla prima tappa a Levoca stupenda città della Slovacchia sita ai piedi dei monti Tatra.


A Levoca siamo legati a cominciare dal 2001 da quando la loro Scuola d’ Arte iniziò a partecipare ininterrottamente al nostro Festival mostrando doti artistiche ed umane degne di nota. Questa estate hanno realizzato un grande murales dedicato alla Pace titolato Uniti si Vince che fa bella mostra all’ interno del nostro Seminario Estivo a Berceto. Il luogo dell’ incontro è il magnifico Teatro della cittadina dove si raccolgono tutti i giovani partecipanti all’ estate italiana e dove vengono mostrate al numeroso pubblico le immagini dell’ esperienza vissuta in Italia e degustati i prodotti tipici nostri e loro insieme all’ ottima birra che in quei luoghi è davvero speciale.

Ad Izmir, in Turchia, mi incontro con tanti amici fra cui Abdurrahim Karademir per gli amici Apo personaggio molto conosciuto ed apprezzato non solo per essere professore all’ Università ma soprattutto in quanto fondatore del Museo Etnografico e cultore del folclore turco. Apo mi porta a visitare una Scuola privata dove vengo accolto dal Direttore interessato a scambiare esperienze sul tema dell’ educazione fisico-sportiva in ambito scuola elementare. In Tuchia, nelle scuole di ogni ordine e grado troneggia, all’ ingresso, l’ immagine del loro padre della Patria Mustafa Kemal Ataturk che ammoniva il suo popolo affermando che solo coltivando la pace in noi, nella nostra famiglia e nella nostra patria possiamo portare la pace nel mondo 

Arrivo a Batumi in Georgia dopo 10 ore di automobile. Sono aspettato dai 100 giovani artisti del gruppo Mtatsminda che la scorsa estate si sono fatti onore partecipando al nostro Festival Internazionale dei Giovani a Berceto. 


Entro in Russia attraverso la frontiera di Verkhinij Lars- Kazbeg dopo aver percorso la Strada Militare e, come l’ anno scorso, aver constatato come i paesi occidentali aggirano il boicottaggio alla Russia grazie alle centinaia di camion targati Armenia che passano indisturbati i confini trasportando prodotti di ogni tipo. Attraverso il confine con la Russia con non poche difficoltà che mi costringono a stare sotto zero per circa 6 ore. E’ la prima volta che mi capita e non capisco la ragione. Parto per Grozny, capitale della Cecenia, la citta' rasa al suolo nella recente guerra ed ora risorta tale da sembrare una citta' moderna dotata di ogni comfort . Lungo la strada faccio il pieno di gasolio che qui costa circa 0,60 euro. Arrivo al centro di Grozny e per prima cosa visito la sua Moschea dove incontro 2 studenti universitari, molto interessati a conoscere la mia provenienza, che mi dicono essere raccolti in moschea come tanti altri per le loro preghiere giornaliere. Dopo la guerra, che ha completamente raso al suolo Grozny, questa è stata ricostruita completamente e modernizzata a mio avviso in un modo eccessivo e poco coerente con la mentalità di un popolo che non è abituato a lussi e a modernismi. La riprova l’ ho avuta visitando il centro Grzony Mall dotato di centinaia di negozi che presentavano mode di tutto il mondo ma praticamente vuoto di persone. Visito la mostra  illustrata da  foto che ritraggono la città prima della guerra a cui fanno seguito quelle della distruzione della stessa. Visito il memoriale dei caduti al centro della città e mi domando quali possono essere oggi i rapporti fra il popolo ceceno e quello russo che convivono nella stessa Nazione. Le bandiere issate allo stesso livello al centro di Grozny sono, forse, una risposta.


Parto per Kropotin , una città della regione di Krasnodar  dove sono atteso dagli amici che mi portano a visitare il Museo della città la cui  guida mi presenta la storia della regione di cui Kropotin fa parte e la storia dei cosacchi chiamati dagli Zar  per difendere i confini dell’ impero dalle invasioni di altri popoli e per sviluppare le loro capacità di valenti agricoltori e allevatori. Davanti al grande palazzo della Cultura ci accolgono un gruppo di giovani artisti con uno sventolio di bandiere e con i quali scatto una fotografia con il nostro stendardo VIVAS e quello della PACE NEL MONDO. I giovani mi invitano nelle diverse sale del palazzo per la cerimonia dell’ accoglienza e per assistere alle loro esibizioni artistiche: canti, musiche, danze, pittura, ceramica etc. 


Arrivo a Mosca il 25 ottobre e mi viene  consegnato il programma che riassume il mio impegno in Giuria nel Festival Roza Vetrov. Al termine del Festival mi è stato assegnato il compito di” premiatore” che ho accolto con grande piacere anche per poter applaudire e sorridere a quei giovani artisti che avevo conosciuto ed apprezzato durante le loro esibizioni e che mi ricompensavano con altrettanti sorrisi dimostrandomi simpatia. Nella fase finale hanno sventolato le sole bandiere della Russia insieme a quelle di Roza Vetrov. L’ anno passato fra queste sventolava anche quella dell’ Italia ma quest’ anno mi ha fatto molto piacere ascoltare la canzone italiana Adagio tratta da un adattamento dell’ Adagio di Albinoni ad opera di Remo Giazzotto che venne interpretata dalla cantante italo- belga Lara Fabian e qui cantata da una giovane cieca Anastasiya Ginkul della Regione di Samara alla quale è stato riconosciuto il Gran Prix. In poche parole anche l’ Italia con le sue belle melodie è salita sul podio ed applaudita. Anche a Mosca aleggia lo Spirito Olimpico.


Parto da Mosca dopo due settimane di soggiorno e dopo aver apprezzato la bellezza della città e della sua ricchezza culturale. Gli amici mi informano che le frontiere con la Finlandia potrebbero essere chiuse e mi consigliano di passare per la Lituania.

Giungo a Cracovia per incontrarmi con gli amici della Società Jadwiga che per tanti anni hanno partecipato al nostro Festival accompagnati dal loro Maestro Olek Kawiorski con cui mantengo rapporti di amicizia dal 2004 e con gli studenti della Facoltà di Cultura Fisica che mi aspettano in aula Magna a cui presento il  progetto Giochiamo a Giocare Poi andiamo in palestra per la parte pratica il cui svolgimento è affidato ai migliori allievi della Scuola Sportiva di Cracovia

Entro in Ucraina in mattinata percorrendo la A4 una autostrada molto veloce e sicura. Alla frontiera i doganieri sono molto gentili da entrambe le parti. La moneta ucraina è la crivnia e con un euro ne ricevi 39. Il gasolio costa circa 60 crivnie. Dopo la città di Lvov parto per Zytomyr famosa per aver dato i natali all’ Ing. Korilov che progettò lo Sputnik. Uno fra i motivi che mi ha portato a visitare gli amici di Zytomyr e’ stato quello di partecipare al loro Giubileo dei 50 anni di fondazione, al quale ero stato invitato da Tetiana e Micail Guzun entrambi Artisti Nazionali dell’ Ucraina e Cittadini Onorari di Zytomyr. Arrivato mi viene detto con molto dispiacere che, per motivi di sicurezza, il Giubileo è rinviato. Mi presentano così un programma culturale alternativo fra cui il Concerto degli allievi dell’Accademia Sonechko.  Il Concerto termina con lo sventolio delle bandiere Ucraine e dell’ Europa per significare ancora una volta il loro desiderio di entrare nella Comunità Europea. 


1400 km in un sol fiato e dormo nel mio letto a Parma. Verrebbe da pensare  finalmente, ma io dico purtroppo. Purtroppo perché ho interrotto quell’ arricchimento a 360 gradi di cui godo ogni qualvolta mi trovo a percorrere nuove strade, a rivedere ed ad  incontrare  nuovi amici, nuove  avventure e le affronto con quello spirito sportivo di cui mi sono dotato nel tempo che mi ha insegnato che non ci si arrende mai e che  senza sforzo  non c’ è progresso. Questa lezione continua a vedermi impegnato  a cercare soluzioni positive ogni qualvolta mi si presenta davanti un ostacoli come quelli  incontrati lungo il percorso sia per la strada che nelle numerose dogane , questi ultimi  luoghi che ho sempre considerato disumani e nefasti e che contraddicono  quel WELCOME che si può leggere in ogni posto di frontiera. Questa situazione  mi fa venire in mente il logo che illustra la missione del nostro Festival disegnato dall’ amico Getty Bisagni in cui il mondo viene illustrato senza confini e contorniato da tanti giovani in costumi diversi che gli danzano  intorno  tenendosi per mano. Non secondario il tema dell’ amicizia i cui risultati si constatano ogni qualvolta loro ti aiutano a risolvere quei problemi che la lingua, la diffidenza ostacolano abbattendo quei muri altrimenti molto ardui da superare. Ai giovani dico sempre di costruire reti di amicizia il più possibile diversificate e tutte attorno al mondo. Saranno quei ponti , in un prossimo futuro ad unire il mondo ed a contribuire a quella pace che i nostri politici disattendono soprattutto perché ispirati, prevalentemente, dal dio denaro. Una occasione che mi consentì di esprimere il mio pensiero, a tale proposito, mi fu offerta in occasione dell’ incontro con un gruppo di pedagogisti ed allievi incontrati nella Casa della cultura Europea  della città di Berdjciv in Ucraina. Li misi in guardia dai luccichii che gli arrivano dall’ occidente sempre più schiavo del consumismo e ad affidarsi a quei valori culturali e della tradizione di cui sono dotati e che a mio avviso sono molto coerenti a quel dettato a cui si ispirò la costituzione della Comunità Europea il cui presidente Jaques Delors affermò: l’ educazione non compirebbe la sua missione se non formasse cittadini radicati nella loro cultura e nondimeno aperti a quelle degli altri per il progresso della Società. Se così non sarà continueremo a vedere lungo le strade del mondo monumenti dedicati a quegli eroi della guerra la cui vita loro avrebbero voluto viverla in pace e serenità con le propie famiglie ed i loro amici. 




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