RISULTATI DEL SECONDO SONDAGGGIO

Anche a questo sondaggio, che a differenza del primo non prevedeva risposte chiuse ma un breve scritto del proprio pensiero, abbiamo raccolto 86 questionari completi e 22 parzialmente compilati. Riportiamo i più significativi.

I nuovi Giochi della Gioventù: tra sfide organizzative e visione educativa


Dall'analisi delle risposte al sondaggio sui nuovi Giochi della Gioventù emerge un quadro ricco di spunti e riflessioni che merita attenzione. L'inserimento dello sport in Costituzione e la legge istitutiva dei Giochi rappresentano indubbiamente un passo avanti significativo, come sottolineato da diversi intervistati. Il coinvolgimento di sette Ministeri viene percepito come una novità positiva, sebbene molti esprimano preoccupazioni sulla reale efficacia operativa di una struttura così ampia.

La questione organizzativa è il nodo cruciale evidenziato da tutti i partecipanti. Come giustamente osserva Fabio Canaccini, è necessario distinguere chiaramente tra "organizzazione" (pianificazione) e "gestione" (esecuzione), definendo ruoli precisi per ogni soggetto coinvolto. Giuseppe Antonini sottolinea che "gli aspetti gestionali ed organizzativi sono, insieme ai finanziamenti, i temi da risolvere prioritariamente," mentre Renato Manno identifica nella "mancanza di un punto centrale di coordinamento" il principale ostacolo.

Emerge con forza la necessità di un modello che superi la frammentazione delle competenze. La proposta di un "capofila unico come responsabile organizzativo" viene presentata come soluzione, pur nella consapevolezza che, come osserva Canaccini, "quando si parla di soggetti pubblici e lavoratori dipendenti sorgono gelosie, invidie, pensieri di carrierismo e non altruismo".

Il contributo provocatorio di Armando De Vincentis pone l'accento su un aspetto fondamentale: l'inadeguatezza delle attuali strutture scolastiche e dell'orario curriculare per un'efficace educazione motoria. La sua proposta di affidare "tal compito in toto alle ASD seguendo una programmazione ben pianificata" o, in alternativa, di "rendere la scuola a tempo pieno" merita seria considerazione.

Interessante il consenso sulla necessità di una progressione didattica per fasce d'età, con un approccio multidisciplinare che vada dall'attività ludico-motoria nella scuola dell'infanzia fino alla specializzazione negli ultimi anni delle superiori. Come afferma Marcello Standoli, questa è "una road map ispirata alle esperienze dei precedenti GdG che cerca di metterne da parte e superare le criticità".

Sul piano delle discipline, si registra una convergenza sull'importanza di atletica, nuoto e giochi di squadra come base, integrati da sport radicati nelle tradizioni locali. Il riferimento al modello francese, citato da più intervistati, offre spunti preziosi: un sistema che prevede, come spiega Antonini, "per ogni quadrimestre, gli insegnamenti delle basi di tre sport," permettendo agli studenti di conoscere e provare "più di 25 tipologie di attività sportiva" nell'arco di tre anni.

Ciò che traspare con chiarezza è la visione dello sport come potente strumento educativo e di inclusione sociale. Come affermato unanimemente, "lo sport va inteso anche come mezzo per includere i futuri nuovi cittadini" e rappresenta "un valido antidoto contro le devianze che la società moderna ha insite".


ATTIVITA' SPORTIVA SCOLASTICA E NUOVI GIOCHI DELLA GIOVENTù


Cari colleghi intervengo con l’impeto di chi si è rotto le scatole ascoltando quanto si sta proponendo circa i nuovi giochi della gioventù.

Mi dite come si fa a sostenere la realizzazione di una efficace attività motoria e sportiva scolastica operando in misere palestrine scarsamente attrezzate o in cortili per due, max 4, ore mattutine a settimana? Non sarebbe più logico affidare tal compito in toto alle ASD seguendo una programmazione ben pianificata coerente con i metodi della iniziale attività di base (5/8 – 9/10) seguita da multidisciplinarietà (11/13 – 14/15) fatta nelle ore pomeridiane, ovviamente impiegando gli stessi docenti di Ed. Fisica affiancati da tecnici aventi titoli riconosciuti e preparati nei compiti specifici?

Alternativa sarebbe unicamente quella di rendere la scuola a tempo pieno per gli alunni in età appena indicata, fruendo anche delle medesime strutture sportive nelle quali operano le ASD.

Il motivo lo conosciamo, lo ripetiamo da cinquantanni (“per rendere un’attività motoria realmente efficace necessita intervenire modificando l’omeostasi, quindi operando sui meccanismi super-compensativi, cosa che comparta sottoporre l’organismo a stimoli aventi la giusta intensità e durata” ).

E’ quello che abbiamo fatto noi ottantenni in gioventù, giocando su spazi aperti, nuotando in mare o al fiume, saltando fossi, arrampicandosi sui muri o sugli alberi, per interi pomeriggi dalle 14,00 alle 18,00 per 7 giorni a settimana (old school - good school, dice Verkhoshansky riferendosi alle attività motorie e sportive giovanili che noi, oggi ottantenni, praticavamo ).

Quindi tempo pieno, facendo motoria e sport per tre pomeriggi per la durata complessiva di almeno 9 ore. Il resto è fuffa.

Non ci sono i soldi per farlo?

Stupidaggini! Sport e Salute non sa come spenderli. Poi le mense scolastiche potrebbero essere pagate soltanto da chi è abbiente.

Facile sarebbe per tecnici preparati e che hanno una lunga storia motoria e sportiva da raccontare, non contaminati da “Falsi Profeti” (da Enti di Promozione sportiva o da Federazioni che pretendono spazio senza rispettare una precisa programmazione delle attività), stilare un programma didattico-motorio-sportivo per le fasce d’età indicate.

Gli alunni/e dell’ultimo anno della materna dovrebbero svolgere attività ludico-motoria approcciando anche ai primi semplici esercizi di ginnastica ( ponte, flessibilità, estensibilità, capriole, ecc.).

Gli alunni dei primi tre anni delle elementari le attività ludiche dovranno comportare un impegno fisico più significativo, che stimola lo sviluppo di destrezza (fune, campana, cavallina, nascondino, giochi di rapidità come ruba bandiera, ecc. ecc.) dando però priorità alla pratica della Ginnastica (pre-acrobatica soprattutto) capace di far acquisire ai giovani in età evolutiva la quasi totalità delle capacità fisiche e motorie, e il nuoto.

A partire dalla quarta e quinta elementare si inseriscono anche approcci ai giochi di squadra ( pallavolo, basket, pallamano, calcio, rugby ) ed anche discipline individuali (arrampicata, gimcane con bici, canottaggio, tiro con l’arco, sci, ecc.), al fine di ampliare il bagaglio motorio dei giovani.

Stessa cosa ma in maniera più compiuta, dovrà farsi per le scuole medie inserendo anche attività che comportano il correre, il saltare e il lanciare, sport di combattimento, sci, tennis, orientering, ecc. . Il tutto, come detto, deve sempre e comunque comportare, in progress, un significativo impegno fisico.

Tutto deve cambiare invece per i primi due anni delle scuole superiori, dove i giovani scelgono definitivamente (o quasi), e liberamente, la disciplina sportiva da praticare e si possono coinvolgere in “campionati “ tra scuole, provinciali, regionali e nazionali (i Giochi della Gioventù appunto, ai quali pertanto partecipano soltanto ragazzi e ragazze di 14 e 15 anni).

Nel 3°, 4° e 5° superiore non si deve più fare sport a scuola. Non si deve più fare educazione fisica e non necessario è il tempo pieno. I soldi che così si risparmiano posso servire per la tutela giuridica degli insegnanti di ed. Fisica ( se un ragazzo/a si fa male durante le lezioni sono fregati ). Tali alunni/e potranno fare sport soltanto iscrivendosi a Società Sportive (come si fa in Francia da diversi anni).

Il tutto Semplice, Chiaro ed Efficace. Ok?


Armando De Vincentis


ORGANIZZAZIONE E GESTIONE OPERATIVA

DEI NUOVI GIOCHI della GIOVENTù


È opportuno definire cosa si intende per organizzazione e cosa per gestione e chi sono i soggetti preposti per la prima fase e per la seconda.

L’organizzazione è lo strumento di pianificazione di ogni evento o manifestazione che si voglia realizzare; nel nostro caso una gara (partita, gara, incontro, ecc.) è l’evento, mentre la manifestazione è quel momento di presentazione dell’evento (manifestazione di apertura o chiusura).

In entrambi i casi i soggetti in campo sono vari e diversi come, in parte, possono essere gli stessi anche se, nel primo caso sono più le strutture istituzionali, nel secondo quelle operative, lo vediamo dopo.

Sulla falsa riga di quanto avveniva per i GdG organizzati dal CONI c’erano delle Commissioni ai vari livelli; anche con i nuovi GdG ci sarà la necessità, per la pianificazione delle attività (calendari, orari, sedi, impianti, giurie o arbitri, ecc) di costituire questi organismi che siano rappresentativi delle Istituzioni coinvolte e interessate. Scendendo sul pratico, e quindi parlando del livello territoriale base (provinciale), ci saranno le figure rappresentanti della Scuola, della Provincia, dei Comuni, delle ASL, del CONI, delle Federazioni interessate a quelle discipline che si praticheranno. La Commissione sarà strutturata in gruppi di lavoro in quanto le attività sono diversificate: attività motoria nella scuola d’infanzia, per cui i rappresentanti della Scuola devono essere anche un pedagogista, un insegnante del ramo, un laureato in scienze motorie, l’ASL interverrà con un pediatra, ecc; per la primaria, in analogia, visto che faranno attività motoria e pre-sportiva nel primo ciclo e sportiva nel secondo, ci saranno altrettanti esperti di queste branchie, per le scuole medie e superiori, il gruppo prevederà insegnanti di E.F., rappresentanti delle Federazioni, del CONI, ecc.

Queste Commissioni e gruppi di lavoro, quindi, si limiteranno a valutare le attività, sulla base dei programmi nazionali, ad adattarle alle esigenze del territorio e delle scuole, a programmare le stesse in base alle disponibilità di operatori e strutture, a definire gli incarichi, in una parola chi fa cosa, come, dove e quando.

La parte gestionale invece, sulla base dei progetti formulati dalle apposite Commissioni, sarà molto operativa e vedrà impegnati anche parte degli stessi soggetti presenti nelle Commissioni ma in veste diversa, es. i rappresentanti delle Federazioni che, in sede di Commissione recepiranno i bisogni, le necessità ed esprimeranno la loro opinione es. in merito alle disponibilità di impianti, arbitri o giudici, attrezzature, mentre sul campo saranno operativi nella gestione degli eventi agonistici, ove interessati.

Nella gestione, però, entrano in gioco altri soggetti quali i Comuni e le Società sportive con i loro impianti e operatori. Si tenga presente che, nella stragrande maggioranza dei casi, i Comuni, per quanto riguarda la gestione degli impianti sportivi, la hanno demandata in convenzione alle Società sportive. Questo significa creare delle sinergie (accordi verbali o scritti) da parte degli organizzatori, così come dei Comuni, perché le strutture siano messe a disposizione con anche gli operatori (in molti casi volontari) che devono far funzionare le stesse, es.: approntamento dell’impianto, pulizie degli spogliatoi, apertura e chiusura, ecc.

Discorso diverso è per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo della primaria. In questi casi sono sufficienti delle pseudo-palestre (aule, corridoi, spazi all’aperto) sufficienti a garantire idoneamente le attività previste anche sulla base delle esigenze dettate dagli operatori del settore. Ciò semplifica molto le problematiche della gestione in quanto sono strutture esistenti all’interno delle scuole stesse; probabilmente possono esserci problemi con le attrezzature specifiche (tappetini, birilli, palle, cerchi, over, ecc.) che possono essere risolti avviando una collaborazione con le Società sportive che, ormai, sono più o meno tutte dotate di questi materiali.

Un capitolo a parte è rappresentato dalle feste (manifestazioni di inaugurazione o di chiusura) che sono molto significative sia sul piano della promozione che del coinvolgimento. Si pensi, ad es. a fare in un Paese la festa in piazza o lungo le vie principali per poi confluire nell’impianto cittadino dove la festa continua anche con giochi tradizionali del posto, con il coinvolgimento dei genitori per le presentazioni (cartelli, striscioni, costumi, ecc.) dei gruppi o delle scuole.

In questi casi i soggetti gestori della manifestazione sono tutti: operatori scolastici e sportivi, Istituzioni, ma anche altri, si pensi ad es. ai Vigili urbani, ai volontari delle ambulanze, alle ditte incaricate della preparazione, ecc.

Concludendo è opportuno avere chiaro che i due momenti: organizzazione e gestione sono distinti e diversi, uno di programmazione l’altro di esecuzione e quindi, spesso, con gli stessi soggetti in ruoli diversi, ma anche con altri soggetti specie nella fase operativa.


Fabio Canaccini


Richiesta:

DOMANDA 1: Sì sono d’accordo

testo domanda 1: Lo sport va inteso anche come mezzo per includere i futuri nuovi cittadini.

DOMANDA 2: Sì sono d’accordo

testo domanda 2: Sono le finalità che debbono ispirare l'avviamento allo sport, quale mezzo di educazione e di sana crescita dell'individuo

DOMANDA 3: Sì sono d’accordo

testo domanda 3: Come detto nella precedente domanda la pratica sportiva rappresenta un valido antidoto contro le devianze che la società moderna ha insite.

DOMANDA 4: Sì sono d’accordo

testo domanda 4: Sono i capisaldi che consentono poi ai giovani di crescere nella formazione e nell'avviamento allo sport

DOMANDA 5: Sì sono d’accordo

testo domanda 5: E' un'indicazione di massima che deve essere armonizzata con la realtà dell'organizzazione scolastica

DOMANDA 6: Sì sono d’accordo

testo domanda 6: E' una road map che è ispirata alle esperienze dei precedenti GdG e che cerca di metterne da parte e superare le criticità

DOMANDA 7: Sì, la condivido

testo domanda 7: Sono indicazioni che debbono essere ben studiate e calibrate alla realtà scolastica e territoriale

DOMANDA 8: Sì sono d’accordo

testo domanda 8: Sono aspetti armonici con tutta la struttura progettuale, ma che sono suscettibili di afdattamenti in itinere

DOMANDA 9: Sì, sono disponibile a collaborare


Marcello Standoli

Richiesta:

testo domanda 1: L'inserimento dello SPORT in costituzione e la Legge d'istituzione dei Giochi della Gioventù, rappresentano senza dubbio un passo in avanti. il coinvolgimento di sette Ministeri, che hanno firmato l'accordo, è anch'essa una novità positiva.

testo domanda 2:  gli aspetti gestionali ed organizzativi sono, insieme ai finanziamenti sono sicuramente i temi da risolvere prioritariamente. Non è una cosa semplice da affrontare. di certo è indispensabile una volontà comune ed una collaborazione di tutti gli enti coinvolti.

prima di essere risolte, le criticità vanno individuate..e non sono poche, successivamente sono gli obbiettivi da raggiungere che, se condivisi, potranno determinare le linee d'azione da seguire.

testo domanda 3: anche qui, per esprimere un parere, è necessario partire dagli obbiettivi da raggiungere, fermo il fatto che è lo sport che entra nelle scuole e non viceversa, con tutte le considerazioni del caso

testo domanda 4: Se l'obbiettivo dei Giochi è quello di un avviamento allo Sport, e questo riferito alle scuole secondarie di primo grado, le vecchie scuole medie, il ruolo delle federazioni e degli enti è l'assistenza tecnica all'insegnamento. mentre gli enti locali dovrebbero essere parte attiva nella messa a disposizione di impianti e luoghi idonei

testo domanda 5: sempre in riferimento alle scuole secondarie, anche se l'ideale sarebbe aprire a tutte le discipline sportive, la scelta di un'applicazione realmente applicabile dovrebbe essere quella di inserire le discipline di base atletica, nuoto e giochi di squadra con l'aggiunta di sport praticati in zone geografiche specifiche

testo domanda 6: Sempre riferendomi alle scuole secondarie di primo grado il modello Francese è sicuramente il migliore, ma la sua applicazione è molto complessa. in sintesi il sistema Francese prevede che tutta l'attività formativa e agonistica giovanile sia gestita da due Federazioni specifiche. nelle scuole sono previsti, per ogni quadrimestre, gli insegnamenti delle basi di tre sport.. ciò significa che in tre anni gli studenti conosceranno, e avranno provato, più di 25 tipologie di attività sportiva...e non è poco!

testo domanda 7: attualmente tra Ministero, CONI e Sport e Salute quello che manca è la cultura storica e sportiva indispensabile alla soluzione dei tanti problemi. Se, nel nostro piccolo gli diamo una mano non sarebbe male


Giuseppe Antonini

Richiesta:

testo domanda 1: importante, bisogna vedere come si realizzerà.

testo domanda 2: manca un punto centrale di coordinamento che si assume di fatto la responsabilità della riuscita. Le criticità principale è la manca di una presenza territoriale che poi si faccia carico delle iniziative. propongo di identificare appunto un ente responsabile organizzativo,  Non ho idea sui tempi.

testo domanda 3: Il CONI o Sport e salute, quest'ultima ha anche le risorse umane. il ruolo della scuola non è chiaro, e comunque non è sufficiente.

testo domanda 4: l'identificazione dei ruoli deve essere legata all'interesse della riuscita dell'iniziativa. enti di promozione e federazione avrebbero un notevole interesse, gli enti locali, sarebbero determinanti

testo domanda 5: sicuramente l'atletica, nuoto, un gioco sportivo popolare (pallavolo?), non il calcio, forse il judo.

testo domanda 6: credo debba essere una via originale, puntando sulla scuola con l'extra scuola.

testo domanda 7:



Manno Renato Bruno

Richiesta:

testo domanda 1: Interessante solo dal punto di vista politico perché è Legge e perché sono coinvolti diversi Ministeri che, per un verso o per un altro, possono avere interessi che i Giochi funzionino. Sul piano organizzativo e gestionale vedo molte difficoltà perché si realizzino nei modi dei GdG CONI.

testo domanda 2: Il principale aspetto gestionale è ... chi sta sul campo a fare cose ? Si perché non vedo coinvolto il mondo del volontariato e quindi un corpo senza braccia e gambe non può muoversi. Dal punto di vista organizzativo vedo il caos perché, come si dice dalle nostre parti... troppi cuochi smerdano la cucina. La proposta è che si trovi un capofila unico come responsabile organizzativo che coordini tutti gli altri ma quando si parla di soggetti pubblici e lavoratori dipendenti sorgano gelosie, invidie, pensieri di carrierismo e non altruismo come è necessario specie perché i Giochi partano e funzionino. Altra proposta è quella di coinvolgere le società sportive ed i loro volontari che, come scritto, non sembra abbiano un ruolo e poi, il confronto con i professionisti, possa dare origine a... ma tu sei pagato e io no, arrangiati. Sarebbe la fine prima dell'inizio.

testo domanda 3: Il coordinamento dovrebbe stare in capo ad un solo soggetto: il vecchio coordinatore di E.F. oppure agli uffici decentrati si S&S. L'organizzazione dovrebbe competere ad una commissione composta non da alti rappresentanti istituzionali ma da operativi degli stessi Enti. La gestione affidata ad alcuni componenti la commissione che si avvale dell'operatività delle Società Sportive e dei loro dirigenti e tecnici e delle federazioni per gli aspetti giudicanti (giudici, arbitri, organizzatori).

testo domanda 4: Agli EE.LL affiderei il compito di mettere a disposizione le strutture (impianti sportivi ed altro _ strade, piazze, saloni, ecc.) oltre agli uomini di ufficio (organizzazione) e di campo (gestione). Alle federazioni il compito sopra detto ed anche quello di rendere "facili" le gare con regolamenti semplificati. Gli EPS come le Società Sportive che, tra l'altro, oltre ad essere affiliate alle FSN, in molte, sono affiliate anche agli EPS

testo domanda 5: Le discipline classiche: atletica, nuoto, sport di squadra alle quali aggiungere quelle che sul territorio hanno un forte richiamo e/o che sono storiche per quale paese, città, provincia.

testo domanda 6: Quello francese e dei Paesi Nordici.

testo domanda 7:



Fabio Canaccini