18/03/2015

Inauguriamo oggi una nuova rubrica di questa Rivista.

Si chiama “TIME OUT” che indica una pausa durante il gioco per ragionare, riflettere, proporre.

La cura Gianni Bondini, storica e raffinata “penna” della Gazzetta dello Sport.

Ma leggiamo!


Fermare il tempo. Magari. Parecchi anni fa, Garinei & Giovannini, giornalisti anche di sport, facevano il tutto esaurito al botteghino del Sistina con la rivista “Se il tempo fosse un gambero”. Ma la clessidra della vita è inarrestabile.

Possiamo solo accontentarci di bloccare il tic-tac di un orologio sotto canestro o a bordo vasca. Per riflettere e cercare di rifarci.

Il “Time out” lo abbiamo utilizzato anche noi. Per pescare le notizie e/o la notizia più stimolanti della rassegna stampa. Da commentare e anche da esportare sui siti amici di SportEconomy. it e di Maratonaroma.it. Perché, dalla rivista musicale al cinema popolare, Aldo Fabrizi ci invitava: “Avanti c’è posto”.

Due sono le scelte redazionali che vi proponiamo. La prima è la selezione dei giornali spalmata sull’intera settimana. Ecco l’esempio.

Il calcio d’inizio tocca al pallone. Lunedì 2 marzo: La Repubblica titola “Plusvalenze, riscatti e bonus. Tre carte per truccare i conti”. Sul banco degli imputati c’è il calciomercato. Un suk dove il colpo basso è la regola. Finché non arriva la Guardia di Finanza.

Martedì 3 marzo, il Corriere della Sera sorprende col titolo: “Basta pallone, più sicura la fabbrica”. E’ la scelta di Pini, terzino ventottenne del Lumezzane in Lega Pro (ex serie C), che appende gli scarpini al chiodo e preferisce la tuta da operaio. Fare il calciatore era un sogno non un incubo.

Mercoledì 4 marzo un’inchiesta della Repubblica fa scattare l’allarme: ”La Fondazione, quel bancomat segreto usato nel calcio per acquistare consenso”. E il Sole 24 Ore rincara i sospetti sul denaro sporco: “ Parma, debiti e trucchi contabili”.

Giovedì 5 marzo, a sorpresa, è l’ex presidente federale e ancora componente della Giunta del CONI, Giancarlo Abete ad accendere la miccia con l’intervista al Corriere della Sera: “Ho lasciato la Figc con i conti a posto. Il calcio ha bisogno di maggior rigore”. Di chi la colpa?

Venerdì 6 marzo Malagò è a Napoli, per la consegna del Collare d’Oro al Circolo Canottieri, Il Mattino coglie l’occasione per tornare sui cori razzisti dell’Olimpico durante Lazio-Napoli. “Regole sul razzismo? Non dev’esserci indulgenza”. Parola di presidente del CONI. Aspettiamo

Sabato 7 marzo, Il Fatto Quotidiano conclude la settimana nera del calcio: “Crac, libri e giochi di potere”.

Quest’altra è la scelta di puntare sulla notizia (per noi) più stimolante della settimana. Eccola: “Tesoretto sprecato” dal Ministero dell’Istruzione (Miur). Scrive il settimanale L’Espresso di giovedì 26 febbraio. La replica ministeriale è in edicola fino a giovedì 19 marzo.

Nella rassegna stampa del CONI, intenzionalmente, botta e risposta su L’Espresso sono in rapida successione. Qual è la scoop ? Il settimanale ha scoperto che 13,5 milioni di euro a disposizione della Direzione Generale del Miur, nel bilancio 2014, “Per l’integrazione e la partecipazione dello studente” hanno preso direzioni diverse e, giornalisticamente, discutibili.

Le sezioni scolastiche interne agli ospedali, a disposizione degli studenti ricoverati, meritevolmente, hanno goduto di un contributo di 2, 47 milioni di euro. Dello stesso circuito virtuoso fa parte il mezzo milione di euro a favore del reinserimento scolastico dei figli delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

E gli altri 11 milioni e spiccioli di finanziamenti ministeriali, dove sono finiti? L’Espresso li individua nei soldi elargiti a: tornei di “futsal” (calcio da sala) di alcuni istituti scolastici; campeggi per giocare a badminton; corsa campestre in Israele. E, sta scritto: “Nell’insieme, il Miur ha speso in servizi di comunicazione 300 mila euro”.

Il presidente Giovanni Malagò ne ha mai discusso con la ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini? Mistero.

Chi non fa mistero è l’Ufficio Stampa del Miur che replica: “Questa attività è per lo più organizzata in convenzione con la Rai”, partecipando anche al Premio Ischia. Complimenti. E, ancora, fanno sapere i collaboratori della Ministro: “Quanto alle manifestazioni sportive citate dall’Espresso, sono l’esito di un impegnativo lavoro che comincia dalle scuole e arriva a selezionare i giovani talenti destinati a rappresentare l’Italia nelle gare internazionali e nazionali”.

Quali? Siate più precisi?

Perché le Società Sportive Scolastiche, nonostante la buona volontà di molti insegnanti, sono ancora un sogno di cui si parla dai primi anni della Repubblica.

La notizia per noi è d’obbligo, il vostro commento è molto gradito. 

(Gianni Bondini)

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