01/11/2018

Da notizie pubblicate da vari quotidiani apprendiamo che, con provvedimento inserito nel collegato alle legge di bilancio, il governo si accinge ad intervenire sul sistema sportivo del nostro paese.

Tralasciamo quelle che sono le notizie giornalistiche, non perché queste siano inattendibili, ma solo perché vorremmo avere più elementi per esprimere un giudizio definitivo dopo avere esaminato il provvedimento legislativo.

Questa considerazione, tuttavia, non ci esime dal commentare il disegno nelle grandi linee e per quanto ne sappiamo.

Innanzitutto diciamo che l’intervento del governo sul sistema sportivo italiano non ci sorprende.

Conoscevamo già le considerazioni di alcune forze politiche, particolarmente sul CONI e sulle Federazioni Sportive Nazionali, espresse già dalla precedente legislatura.

Il “contratto di governo”, poi, dedicava, nella sua prima stesura, ben due pagine e mezzo allo sport e delineava, per sommi capi, la riforma che avrebbe proposto in sede legislativa.

Quindi, ripetiamo, questa notizia non ci ha colti di sorpresa.

Resta da vedere come e quando questa riforma verrà attuata.

Ricordiamo, in primis, che siamo molto vicini ai Giochi di Tokio e sappiamo quanta attenzione vada posta, in questa fase del cammino olimpico, per evitare che dei bruschi movimenti creino dei contraccolpi poi difficilmente sanabili.

Sarebbe poi interessante sapere perché questa riforma è stata concepita.

Il sistema sportivo italiano, ideato nel secondo dopoguerra da menti illuminate e di grande spessore culturale, ha funzionato a dovere in un paese in cui lo sport non aveva avuto neanche la dignità di essere citato nella Costituzione.

I successi sono stati tanti e la storia li racconta in una epopea che è il vanto dell’Italia nel mondo, e lo è stato soprattutto nei momenti in cui il Paese era scarsamente considerato nel consesso mondiale.

Noi che abbiamo vissuto e a volte siamo stati protagonisti di quei momenti conosciamo a fondo questo sistema. Ne sappiamo i pregi ed i difetti. Abbiamo ancora oggi la passione che ci spinge ad analizzare ed a comunicare quelli che dovrebbero, a nostro giudizio, essere gli interventi per migliorarne gli aspetti positivi e per correggerne i difetti.


Nel mondo ed anche molto vicino a noi ci sono altri sistemi sportivi, a loro volta efficaci perché costruiti ed adattati nel tempo alla società del Paese: Francia, con il suo Ministero per la Gioventù e lo Sport, con le Federazioni dello Sport Scolastico, con i moniteurs dipendenti dal Ministero stesso; la Gran Bretagna, con UK Sport; la Germania, ecc.

Ma sono modelli che non possono essere esportati tout court, se ne può prendere il meglio laddove sia efficace per un miglioramento dell’organizzazione sportiva nel nostro Paese.

L’ideale per noi, ed auspichiamo che la riforma vada in questa direzione, sarebbe di coinvolgere nell’attività sportiva quanti più giovani possibile. Non solo per cercare il giovane di qualità che, correttamente preparato, potrà diventare un domani atleta di alto livello, ma anche per migliorare lo stato di salute della popolazione.

Sappiamo che, in altro provvedimento di legge, è prevista l’attività motoria nelle scuole primarie affidata ad insegnanti laureati dello IUSM. Benvenga, ed aggiungiamo, finalmente!

Ma torniamo alla riforma.

Una prima risposta che possiamo darci sul perché la riforma è che è necessario intervenire sull’anomalia dei controllati – controllori.

La trasformazione della CONI Servizi s.p.a. in Sport e Salute s.p.a. è un solo cambio di denominazione sociale o un radicale mutamento del sistema di distribuzione dei fondi e del controllo sul loro impiego?

Da quanto sappiamo, la seconda ipotesi è quella più plausibile e coerente con l’enunciato del “contratto di governo”.

Quindi non vi sarebbe commistione tra questa società, interamente nel portafoglio del MEF, ed il CONI e FSN.

Il sistema di finanziamento delle FSN deriverebbe così dalla nuova Società Sport e Salute.

Quindi, riteniamo, che le FSN debbano presentare a questa programmi di attività che, sarebbe logico, non dovranno essere annuali, ma abbracciare un intero quadriennio olimpico ed anche di più.

Chiaramente i programmi andranno analizzati, valutati e discussi. E non avendo noi il sistema dei big data di UK Sport, l’analisi e la valutazione dovrà essere fatta da persone capaci tecnicamente, che, per quanto indipendenti, non potranno non essere soggette a influenze di vario genere.

Diamo, tuttavia, per corretta, in questo modo l’anomalia dei controllati – controllori.

Ma poi, però, ci sono così tanti altri elementi da considerare nel mettere mano ad una riforma, che, affinché sia efficace, deve avere ben presente la complessità di un sistema sportivo che non riguarda soltanto l’attività di vertice, ma, come è stato sempre, fin dalla sua rifondazione, tutto ciò che si può ricomprendere nella parola Sport: Attività motoria di base, multidisciplinarietà, specializzazione, alto livello, attività amatoriale, impiantistica sportiva, formazione dei quadri tecnici, dirigenza volontaria.

La dirigenza volontaria è stato ed è ancora uno dei capisaldi del sistema sportivo italiano: nella struttura piramidale della pratica sportiva è una sorta di cemento che tiene uniti i mattoni della piramide e, soprattutto, non ha costi. La passione e la consapevolezza di essere parte fondamentale della grande famiglia dello sport rappresentata dal CONI ha spinto e spinge un numero considerevole di persone ad impegnarsi, anche a prezzo di enormi sacrifici personali, per portare avanti le 80.000 e passa società sportive dilettantistiche. Al pari lo sono stati gli organi periferici del CONI fino alla loro inopinata soppressione.

Per ora poniamo una serie di quesiti che, secondo il nostro parere, sono la chiave dell’efficacia della riforma ventura:

Destinatari dell’attività di Sport e Salute s.p.a. sono il CONI e le FSN o solo il CONI?

Se per le FSN possiamo anche ipotizzare il corretto ed efficace funzionamento dei nuovi meccanismi creati dalla riforma, ci appare difficile inquadrare quella che deve essere la missione del CONI.

Le notizie, alquanto sommarie, parlano di un CONI votato “all’attività istituzionale”.

Per questa si intende ciò che prevede la Carta Olimpica? Quindi responsabilità di formazione e direzione della squadra olimpica, rapporti con il CIO ecc.

E la Preparazione Olimpica, che nel CONI attuale ha una importanza fondamentalmente riconducibile alla responsabilità di formazione della squadra per i Giochi Olimpici?

Recentemente avevamo ipotizzato in questo settore una diversa e più efficace attribuzione di compiti volti soprattutto ad ottimizzare l’impiego di risorse per il raggiungimento dei risultati migliori.

E la funzione di indirizzo della politica sportiva del Paese?

E il rapporto con le Federazioni Sportive Nazionali?

Quali sarebbero poi le funzioni degli Organi collegiali del CONI, Giunta e Consiglio Nazionale?

Sono solo alcune domande che, lo sottolineiamo  ci poniamo, in attesa di conoscere il testo della riforma varata dal governo.

Siamo fiduciosi che i nostri quesiti, e non solo questi pochi che abbiamo elencato, troveranno una risposta.

Quindi ci riserviamo di esaminare attentamente il provvedimento quando sarà disponibile e non mancheremo di dire la nostra opinione.

L’auspicio è che in ogni caso la riforma possa servire a correggere quelle anomalie e quei difetti creati più da frettolosi interventi di ministri e ministre di turno, che da un germe interno.

Da ultimo non possiamo non ricordare che il mondo dello sport non è un’isola nel mare della società, ma è estremamente delicato nella sua gestione, dato che deve contemperare un gran numero di variabili legate soprattutto al raggiungimento di risultati di prestigio che danno lustro nel mondo alla bandiera dell’Italia.

Consentiteci, infine, di versare appena una lacrima per quel sistema che abbiamo vissuto in prima persona negli ultimi 50 anni e che tantissimo ha regalato in emozioni, in risultati, in prestigio, in personaggi che grazie all’impegno ed alla passione hanno portato ad uno sviluppo incomparabile una componente della vita civile del nostro Paese, con considerevoli benefici anche per la sua economia.

Accademia dei Maestri dello Sport "Giulio Onesti"

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