PER NON CEDERE ALLA VOLGARITA' DELLA DIMENTICANZA

19/08/2014

Il Centenario del CONI è un’occasione per esprimere, ciascuno a proprio modo, l’orgoglio dell’appartenenza. 

Perché di naturale appartenenza di tratta, quando in termini temporali si è vissuto, incardinati nell’Ente, una parte importante di questi 100 anni

Se poi alla motivazione temporale se ne aggiunge una più strettamente professionale da parte di una classe appartenuta alla categoria dirigenziale nelle cui fila è inserito l’attuale Segretario Generale, il senso d’appartenenza si fa ancor più prepotente, pur continuando ad esercitare le rare virtù del riserbo e della discrezione.

D’intesa in primis con la Scuola dello Sport, avevamo quindi predisposto un progetto per una Mostra dedicata al Centenario, mostra che, lungo un percorso guidato all’interno dell’Acquacetosa, avrebbe messo in evidenza il ruolo che la stessa Scuola dello Sport e l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport hanno avuto e tutt’ora hanno nel nobilitare in senso culturale parte di questo periodo storico. (è possibile osservare in questa pagina il rendering della Mostra in 8 schede realizzate da Walter Rosso, in collaborazione con la nostra Accademia, che illustrano questa idea originaria, ndr).

Al progetto, già predisposto nei minimi dettagli, è mancata però non l’energia vitale quanto l’energia finanziaria, tanto che la Mostra purtroppo non ha mai visto la luce. 

Il rammarico è stato tale da non accettare passivamente quella che è stata chiamata la “volgarità della dimenticanza”. 

Si è pertanto deciso di dedicare alcune pagine della nostra Rivista per realizzare in forma virtuale alcune parti dell’idea originaria. 

Quella che oggi vi è inserita è solo una traccia del percorso: qualcuno in redazione la descrive come un albero i cui rami si aprono e si snodano lungo i periodi storici del Centenario. Ogni ramo può essere riempito ed arricchito, quasi a dispersione, di avvenimenti, fatti, documenti, foto, aneddoti, articoli, filmati e quant’altro possa contribuire a non fare cadere nell’oblio ciò che merita di essere ricordato, specie da parte di chi ha partecipato personalmente e direttamente anche a brevi o lunghi segmenti della storia del CONI e dello sport italiano.

Come si sarà, penso, compreso, è questo un invito a dare ciascuno il proprio contributo, senza enfasi ma con la mente e il cuore rivolti sia alla storia sia ad un futuro tutto da costruire.








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