MA IL "PIANO MARSHALL" PER LO SPORT ITALIANO?

15/04/2021

Quando capita, di rado per fortuna, d’incrociare qualcuno degli “incompetenti garruli autocompiaciuti” del carrozzone di Sport & Salute se il discorso cade, sulle tante progettualità e iniziative realizzate a suo tempo con competenza tecnica e culturale altissime dal movimento sportivo del Paese sotto l’egida e la governance istituzionalmente autonoma del CONI e delle Federazioni Sportive, magari accennando alla Scuola Centrale dello Sport, all’allora Settore Tecnico Sportivo, ai Centri Coni di Formazione, alle Scuole Federali Giovanili, ai Centri Pulcini nella Scuola, ai Giochi dell Gioventù, al Giocosport, dal Credito Sportivo all’Associazionismo Sportivo di Base, ai Centri di Preparazione Olimpica di Formia, Tirrenia, Schio, Madonna di Campiglio, Piediluco, al Protocollo d’Intesa CONI/MPI per i Campi Scuola Provinciali,  ai Progetti Multimediali CMP ed EMB, t’accorgi d’essere guardato con la commiserazione riservata agli anziani logorroici per poi sentirsi dire, se ti va bene, che è tutta robba vecchia, andata, obsoleta, una sorta di “penoso e ripetitivo amarcord”.


D’altra parte ascoltando le decine di interviste, di dibattiti, di dichiarazioni in ambito istituzionale e politico di qualsiasi parte, i più avvertiti commentatori sentono ripetere una allocuzione quasi magica e portatrice di speranza in tempi di covid e crisi economica persistente che risponde a una cosa che si chiamava  “Piano Marshall” .

Da cui discende che ciascuno dei leader, dei commentatori, dei giornalisti sostengono con vigore e convinzione che oggi, come nel secondo dopoguerra,  il modello da tenere ad esempio di garanzia di riuscita è quello del “Piano Marshall”. E tutti intorno ad annuire che quella è la strada per ricominciare e che solo così “ce la faremo”.


Ne consegue che allora non è vero che modelli, strategie e progettualità seppure vetusti nel tempo (anni ’50) siano sempre e fatalmente tutta robba vecchia, andata, obsoleta, anzi proprio il contrario tanto che i consulenti e gli esperti dovettero mettersi a studiare l’oggetto misterioso detto appunto “Piano Marshall”. E ancora studiano, pare.


Nel frattempo mentre tutte le istituzioni statali e governative vanno in giro sventolando la bandiera del “Piano Marshall” gli incompetenti del baraccone Sport & Salute sembrano che non se ne siano accorti o facciano finta di nulla. Peraltro si dice che siano refrattari allo studio delle vestigia storiche a prescindere e che sono alla ricerca spasmodica del nuovo che avanza che intanto deve servire per “sbianchettare” il passato.


Tanto per non stare con le mani in mano in tempi di covid e per via dell’età, come fossimo una sorta di R.S.A. in ambito Accademia dei Maestri delloi Sport, ci siamo convinti, semmai ce ne fosse bisogno che, tra un giro di ferri a maglia, un ricamo, una passata al tombolo e un centrino all’uncinetto, abbiamo ancora una volta ragione noi che c’eravamo, che ci siamo stati e abbiamo “marcato” idee, proposte, progetti, iniziative efficaci e mirate, per anni.


Difatti le tante progettualità e iniziative realizzate a suo tempo con competenza tecnica e culturale altissime dal movimento sportivo del Paese sotto l’egida e la governance istituzionalmente autonoma del CONI e delle Fedrazioni Sportive, dalla Scuola Centrale dello Sport, all’allora Settore Tecnico Sportivo, dai Centri Coni di Formazione, alle Scuole Federali Giovanili, dai Centri Pulcini nella Scuola, ai Giochi dell Gioventù, al Giocosport, dal Credito Sportivo all’Associazionismo Sportivo di Base, ai Centri di Preparazione Olimpica di Formia, Tirrenia, Schio, Madonna di Campiglio, Piediluco,  al Protocollo d’Intesa CONI/MPI per i Campi Scuola Provinciali, ai Progetti Multimediali CMP ed EMB, hanno costituito nel ventennio successivo alle Olimpiadi di Roma ’60, il vero e proprio “Piano Marsall dello Sport Italiano” i cui risultati a livello di base e di successi mondiali e olimpici, nonché della grande reputazione internazionale conquistata in quegli anni  furono e sono sotto gli occhi di tutti. Il tutto, e qui sta l’altra medaglia del “Piano” , portando tramite il Totocalcio, soldi allo Stato, tanti ma tanti soldi allo Stato, per tanti tanti anni.


E perciò delle due l’una : o a Sport & Salute non conoscono il Piano Marshall che realizzò a suo tempo lo Sport Italiano, oppure lo conoscono ma non sanno né comprendere il senso, il valore e la grandezza del passato, nè fare i collegamenti istituzionali tra dicasteri e può succedere che la Presidenza del Consiglio chieda conto e ragione del fatto che mentre tutto l’esecutivo si riconosce  e si muove nel solco del modello esponenzialmente produttivo del Piano Marshall, Sport & Salute non ne azzecca una, tranne forse Sport di Classe per la primaria che poi altro non è, considerati i risibili contenuti didattici, che la brutta copia del glorioso “Progetto Giocosport degli anni ‘80”. Purtroppo CONI Ente non è che stia messo meglio, anzi per via delle limitazioni economiche imposte e di scarse competenze disponibili.

E mentre intorno a tutto questo e ad altro ancora il silenzio istituzionale, dell’opinione pubblica e dei media è davvero assordante, può darsi che  i nostri figli o i nostri nipoti ci possano prima o poi presentare  il conto.


Accademia dei Maestri dello Sport “Giulio Onesti”

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