Ieri pomeriggio (mercoledì 28 maggio, ndr), attorno alla fontana dell’Airone alla Scuola dello Sport del CONI, è sembrato che risorgesse una di quelle arene di quartiere. Spazi sociali degli anni Sessanta. Dove si andava per combattere la calura estiva e per vedere un film in compagnia del vicinato. Qualche volta, portandosi le seggiole da casa. Come avvenne nell’estate del 1962, per le proiezioni estive de “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Messo all’indice dalla Chiesa ma al record dei botteghini.
Ma, ieri, guardando meglio, ci si accorgeva di non essere in un’arena, ma nella platea di una colta presentazione di un saggio: “Manuale di sociologia dello sport e dell’attività fisica” a cura di due docenti universitari, Stefano Martelli e Nicola Porro.
Tra il verde pettinato del “parco della Scuola”, come l’ha definito il presidente del CONI, Giovanni Malagò, e l’ospitalità confortevole a cura dello staff della direzione della struttura del CONI, coordinata da Rossana Ciuffetti, però, la sociologia, come scienza dei rapporti e dei comportamenti, c’è scivolata addosso. Richiamati, ma solo un po’, dalle parole di Malagò, che conosce i segreti della “curva dell’attenzione”, della Ciuffetti e del coordinatore dello sport a Palazzo Chigi, Giovanni Panebianco. Per il resto abbiamo viaggiato tre metri sopra al cielo della fantasia, guidati da una voce fuori campo (anche quella fantastica) che ci illustrava un altro scenario.
Perché non fare dei martedì della Scuola un appuntamento fisso? A partire da “martedì 10 giugno”, il secondo giorno del Centenario del CONI? Questo ci suggeriva la voce. Ma rischiamo di andare in rotta di collisione con le celebrazioni ufficiali? Obiettavamo. Vediamo – ribatteva la solita voce -, basterebbe informarsi, ma senza fare chissà che cosa. Basterebbe prendere, per fare un esempio, una serie di testi che hanno fatto la storia dello sport e commentarli, con l’aiuto dell’Accademia dei Maestri (a proposito, se n’è ricordato pure Malagò), con l’aggiunta di immagini ad un dvd da realizzare in Rai. Non mancano i contatti con degli storici e co-professionisti della comunicazione.
C’è il pericolo che questo intervento sia interpretato come da “guastatori”? E, allora, lasciamo stare la scadenza del Centenario, ma non molliamo l’idea. Cominciando ad intervallare una rassegna del film e documento sportivo, da presentare agli atleti e tecnici ospiti della Scuola, col contorno d’invitati speciali. Adesso che dovrebbe cominciare il caldo e, quindi, avere l’opportunità di stare all’aperto…
Un esperimento come “Lo sport in libreria”, una rassegna dell’editoria sportiva. In percorsi interni alla Scuola “Primavera alla fiera del libro e dei dvd di sport”. Tende, stand e schermi di Sportland? E’ folle?
Ieri pomeriggio, in un passaggio del suo discorso, il presidente Malagò, ha definito la Scuola dello Sport del CONI, non “un servizio” ma “un centro culturale”. Prendiamo in parola?
Gianni Bondini