Il turismo connesso allo sport costituisce da tempo un settore economico a se stante. Spostarsi temporaneamente in un'altra località allo scopo di praticare uno sport o assistere ad un evento sportivo è una delle forme del turismo che mette insieme due passioni: il viaggio e lo sport.
Un connubio poco studiato, anche se data più di un secolo di vita. A puro titolo di esempio, le prime vacanze sciistiche come evento commerciale furono organizzate ad Adelboden, Svizzera, nel 1903, da Sir Henry Lunn con la collaborazione del Public Schools Alpine Sports Club, che si occupò di prenotare il soggiorno in tutti gli alberghi.
Spesso però la pubblicistica riguardante il turismo sportivo assume l'ottica dell'operatore industriale che guarda ai grandi flussi, mentre la valorizzazione del territorio può passare per le migliaia di occasioni che lo sport produce ogni settimana. Ma per promuovere i territori e la loro offerta turistica attraverso lo sport occorrono due condizioni: conoscere la straordinaria varietà di modi di praticare sport, cioè conoscere il mondo sportivo, e comprendere le motivazioni della domanda di turismo a fini sportivi.
Da ciò l'idea di un seminario organizzato insieme da "Accademia Maestri dello Sport", "Accademia Olimpica Nazionale Italiana" e il Dipartimento di Economia dell'Università della Tuscia per illustrare agli studenti (del corso di laurea in Economia aziendale e del corso di laurea magistrale in Marketing e qualità) le strategie di sviluppo del turismo avente motivazioni sportive.
Due accademici, il Dott. Maurizio Cevoli ed il MdS Fabio Canaccini, assistiti dalla Prof.ssa Barbara Aquilani dell'Università della Tuscia, si sono alternati in due giorni alla cattedra, coinvolgendo gli studenti in un percorso molto articolato.
Il primo tema affrontato è stato: quanti sono gli sport praticanti in Italia e nel mondo? Chi provi a porre questa domanda si accorgerà che le risposte non danno mai l'esatta dimensione del fenomeno sport, che nessuno risponderà, per esempio, che il Coni in Italia riconosce 102 sport (con 385 discipline diverse) organizzato da 45 Federazioni nazionali e 19 Discipline associate. Era dunque indispensabile iniziare dalla varietà di sport che vengono praticati e dall'enorme numero di attività, manifestazioni, eventi che vengono settimanalmente organizzati in centinaia di diverse località italiane dove confluiscono atleti, tecnici, giudici, accompagnatori, pubblico di appassionati.
Il secondo tema è stato naturalmente l'esposizione di cosa significhi il massimo evento mondiale dello sport: i Giochi Olimpici. Sono stati messi a confronto investimenti, posti di lavoro, giro d'affari, di cui gran parte nel settore del turismo, indotto nelle più recenti edizioni dei Giochi. Un dato per tutti: in Brasile le entrate generate dal turismo nel 2016 sono state pari a 6,2 miliardi di dollari, con un incremento del 6,2% rispetto all'anno precedente. Ma i Giochi Olimpici non sono soltanto flussi di denaro in entrata e in uscita. Il seminario aveva anche lo scopo di avvicinare gli studenti ad un mondo che considera l'economia come un effetto secondario, per quanto interessante, ma non una finalità. La vera finalità da spiegare è l'emozione, quella di chi gareggia e quella di chi assiste. E di emozioni ha parlato il Maestro Canaccini, il quale, essendo stato segretario generale di due Federazioni olimpiche ed avendo partecipato come capo delegazione federale ai Giochi Olimpici di Sydney, ha potuto portare ai ragazzi ed alle ragazze presenti la sua personale esperienza come organizzatore e come uomo di sport.
Successivamente il Dott. Cevoli ha tracciato un panorama dello sport praticato, che anch'esso muove ogni anno centinaia di persone per tutto il territorio nazionale. Uno sport praticato a tutte le età. Era necessario spiegare che si può partecipare ad una gara anche se si hanno settant'anni, che vi sono manifestazioni sportive dove gli atleti hanno undici anni, che si può essere atleti anche se ipovedenti. Non avendo lo sport confini di età e di condizione, si può essere portatori di domanda di servizi turistici legati allo sport a qualunque età e condizione.
L'analisi della domanda si è spinta oltre. Chi pratica sport o che vi assiste come spettatore ha numerose esigenze cui un sistema turistico deve saper dare risposta: si è sottolineata la differenza tra "attrazioni" cioè gli elementi in grado di produrre un interesse di tipo turistico, come la gara, e "attrattive" ovvero il complesso di qualità accessorie con cui un luogo attrae a sé. Questa è la chiave di lettura dello sviluppo dei territori. Chi viaggia per uno sport non è facilmente classificabile: ha anche piacere di visitare una mostra, apprezza i borghi e i panorami, vuole assaggiare cucina e vini tipici della zona. Le strategie di offerta, dunque, devono essere complesse almeno quanto lo è il turista sportivo.
Questo pone problemi non piccoli agli amministratori locali: cosa vuol dire, per un dirigente dell'assessorato al turismo, assecondare la domanda di turismo sportivo è stato illustrato sempre da Canaccini, che ha passato l'ultima porzione della sua vita lavorativa come assessore allo sport e turismo in un grande Comune della Toscana.
L'articolazione delle strategie di offerta sono state approfondite da Cevoli, che si muove nel mondo olimpico da più di venticinque anni come consulente in strategie. Il progressivo cambiamento delle modalità di viaggiare, l'incremento dell'interesse per i territori, lo sviluppo di una domanda fortemente personalizzata di vacanza, sono tutti fattori che incidono anche quando è lo sport a costituire la motivazione. Dunque, occorre avere una prospettiva fortemente integrata. Pensare che il turismo sportivo sia legato solo ai grandi eventi è una sciocchezza, dunque bisogna avere strategie permanenti di valorizzazione dei fattori di attrazione sportivi: ogni manifestazione, anche la più piccola, ogni forma di pratica sportiva, anche la meno nota, muove persone che si spostano da un luogo ad un altro, soggiornano, visitano, consumano. In sintesi, viaggiano, coinvolgendo contemporaneamente molti operatori diversi nello sviluppo dell'offerta.
La frammentazione settoriale non è la risposta più efficace: lo sportivo ha bisogno di integrare l'impianto sportivo con la soluzione alberghiera, la ristorazione con gli orari della pratica, l'offerta culturale per colmare i tempi morti. Tutto questo suggerisce come necessaria una strategia di sistema territoriale. Per questo motivo si è proposta la tesi che l'elaborazione dell'offerta di turismo sportivo sia necessariamente una strategia di rete. L'approccio di rete viene analizzato da tempo dagli studiosi di teoria dell'organizzazione e può quindi essere particolarmente utile alla elaborazione di progetti di sviluppo locale basati sul turismo sportivo.
Un particolare ringraziamento va rivolto alla Prof.ssa Aquilani, che ha reso possibile lo svolgimento del seminario.
Ringraziamento che va rivolto anche agli studenti dell'Università della Tuscia, per l'attenzione