CORSO ACSI: ESEMPIO DI UN FORMAT

09/01/2015

Le soddisfazioni professionali, ancor più se ottenete nell’ ambito del  ‘’volontariato professionale’’ che è anche impegno sociale,  hanno un sapore più intenso  e più duraturo.

Il  Corso di Aggiornamento organizzato  dall’ Accademia d’ intesa con L’ Ente di P.S.  ACSI, rivolto sia ai dirigenti sia ai tecnici dell’ Ente medesimo, ha offerto l’ occasione per vivere appieno una di queste forme di soddisfazione. Intanto per  l’ impegno vero e proprio in termini di tempo   che ha richiesto: tre giorni di attività in aula, praticamente senza sosta, cui ha fatto riscontro la massima concentrazione e attenzione da parte dei partecipanti. Sempre pronti a rivolgere ai relatori domande precise, ficcanti, quasi irriverenti. Alle quali, in più occasioni, hanno fatto seguito ampie repliche che avrebbero potuto essere altrettante relazioni. 

Una simile condizione di lavoro in aula certamente non  nasce da sola, bisogna crearla: con un programma che vada incontro agli interessi  e ai bisogni  di aggiornamento dei destinatari, con la competenza e l’ autorevolezza dei relatori, con un’ attenta scelta dei partecipanti, insomma con la ricerca e il rispetto della qualità e della credibilità.

Senza togliere nulla al ruolo esercitato dall’ ACSI, a cominciare dal suo Presidente, Antonino Viti, sempre attivamente  presente e competente, si può affermare che buona parte del merito della riuscita del Corso vada attribuita ai Relatori, tutti, tranne uno, per ora Soci dell’ Accademia e per la maggior parte Maestri di sport. Questi ultimi, poi si sono proposti come relatori su materie nuove rispetto a quelle che li hanno visti protagonisti nel proprio ambito professionale nel Coni e nelle Federazioni.

Infatti  - seguendo l’ ordine degli interventi – non si può non rimarcare l’entusiasmo, unito a una carica finora sconosciuta, con cui Mauro Tirinnanzi ha sostenuto,  forte delle esperienze maturate nell’ ambito del  pentathlon moderno,  la necessità di rivedere le modalità e le forme di avvio alla pratica sportiva dei principianti. Naturalmente, non si è limitato a dare giudizi non positivi, ma ha fatto proposte nuove, originali e concrete.

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‍                    (Mauro Tirinnanzi)

Ernesto Zanetti, a sua volta, ha intrattenuto l’uditorio su un argomento come l’inserimento dell’ educazione e dell’ attività motoria nella Scuola primaria , da sempre attuale, ma mai affrontato con la dovuta volontà di agire in profondità nel tessuto sociale. Quasi come un miracolo all’ italiana, in Friuli VG, da alcuni anni è realtà un progetto condotto dal Coni regionale d’ intesa con la Direzione didattica e con la Regione, la quale finanzia l’ intera operazione che vede coinvolte tutti gli allievi delle Scuole primarie. Alla base della scelta politica c’ è una valutazione molto semplice, forse troppo  poco appetibile in termini mediatici per essere presa in considerazione da altre realtà politiche locali e nazionali, sulla base della quale ogni euro speso per l’ educazione alla salute  attraverso l’ attività motoria equivale a molti più soldi risparmiati per la cura delle malattie dovute all’ obesità e all’ ipocinesi e per l’ uso dei farmaci. Lo sanno tutti, non è una novità, tuttavia questo presentato da Zanetti è il primo progetto  di questa natura  in fase di piena realizzazione su vasta scala. 

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Le potenzialità ma anche i possibili inganni dovuti  all’ uso acritico delle attuali forme di comunicazione sono stati l’oggetto della relazione tenuta da Gianni Bondini, notissimo giornalista della Gazzetta dello Sport. Il quale , pur non essendo un cosiddetto nativo digitale, ha esibito con eloquio quasi didascalico e molto convincente una competenza a tutto campo sul mondo del web, ma ha anche voluto mettere in discussione, nel vero senso del termine, attraverso un  serrato confronto con i partecipanti, i limiti, in termini di completezza della comunicazione e di spessore  culturale, dei messaggi  trasferiti facendo uso  solamente degli attuali mezzi  di comunicazione digitale come i social network.

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‍                        (Gianni Bondini)

Non c’ era dubbio,  e così è stato, che Fabrizio Pellegrini sarebbe riuscito a rendere facilmente accessibile un argomento ostico ai più e comunque non semplice  come quello relativo alla ‘’dimensione cognitiva nella programmazione del  carico’’ riferita alla fascia giovanile, da lui trattato. Con consumata, ma sempre fresca maestria ha saputo  coinvolgere l’ intera aula, guadagnando l’ appellativo di ‘’Maestro Manzi dell’educazione motoria’’. Peccato che non sia stato possibile concedergli più tempo per la relazione.

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Una presenza particolarmente gradita fra i relatori è stata quella di Roberto Tasciotti, il quale ha mosso i primi passi nel settore della formazione come membro dello staff tecnico-didattico del Lazio ai tempi dell’  IEI, o del ‘’ Multimediale’’ per antonomasia, come si usava dire in quel periodo. Nel frattempo si è laureato in psicologia, ha svolto le funzioni di Coordinatore di educazione fisica a Roma, attualmente è Preside in un Istituto comprensivo ed è  Direttore tecnico-scientifico della Scuola dello sport del Lazio. Nel corso della sua esposizione sono emerse  tutte queste competenze maturate nel tempo. Ne è risultata una relazione molto accattivante, fatta di agili approfondimenti, di riflessioni spesso lasciate aperte alla libera interpretazione dei corsisti  nonché  di continui richiami culturali.

La più inattesa delle sorprese ce l’ ha regalata Fabio Canaccini ,il quale si è presentato in veste di esperto di turismo tout court e di turismo sportivo in particolare. Come sempre, razionale, conciso, con una esposizione senza sbavature, scorrevole, progressiva dal generale al particolare e viceversa, fino ad abbracciare una visione del tema trattato veramente a 360 gradi, quindi  completo, esauriente. Il suo è stato un intervento utile non solo per  una conoscenza generica della materia, ma anche per chi se ne occupa a livello professionale. Tant’è che i primi apprezzamenti gli sono stati rivolti dalla titolare di un’ Agenzia viaggi.

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‍                        (Fabio Canaccini)


Il Corso non poteva concludersi  senza la presenza di un altro relatore in versione inedita, quale quella di Maurizio Cevoli che si è assunto l’ onere, vista la rilevanza sociale del tema, di parlare di attività sportiva dei bambini in eccesso ponderale.  Come sa fare in tutte le sue attività, ha dimostrato di aver approfondito lo stato dell’ arte sull’ argomento e di averlo metabolizzato, sempre da par suo, in termini di impegno sociale, fino a elaborare una proposta/progetto studiata fino nei minimi particolari pronta per essere lanciata come campagna contro la sedentarietà dei bambini obesi. Proposta apparentemente ardita, in quanto prevede di sottoporre questi bambini ad esercitazioni di pesistica e non al classico lavoro aerobico, basato sulla corsa, ormai ritenuto inefficace e demotivante. Utilissimo è risultato l’ intervento improvvisato a quattro mani con Zanetti ,  il quale ha dato, da esperto di pesistica, un contributo concreto nel suggerire gli esercizi e i carichi cui sottoporre i bambini in modo efficace e psicologicamente stimolante.

A  Cevoli, assistito da Giacomo Candeloro,  va anche il merito di aver contribuito,  in modo determinante alla progettazione e alla organizzazione  dell‘intero Corso.

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‍                        (Maurizio Cevoli)


Al termine dei lavori ha preso la parola il Presidente Viti il quale ha ringraziato tutti i relatori e in modo particolare l’ Accademia per l’ ottima - parole sue- riuscita del Corso. Per inciso ha tenuto a ricordare il positivo ruolo svolto dai Maestri dello sport nella realizzazione e nella buona riuscita dei programmi di politica sportiva del Coni e delle Federazioni. Infine, a tutti i partecipanti è stato consegnato un Attestato che ripartava anche il logo dell’ Accademia e la firma dei due Presidenti.

E’ la prima volta che accade, ma tutti gli interessati ne hanno tratta la convinzione che sulla base dello stesso modello, sia pure con altri relatori e con altri argomenti, sia possibile continuare su questa strada anche e soprattutto a livello territoriale. Una valida alternativa potrebbe essere costituita dalla scelta di un argomento alla volta e svilupparlo in modo approfondito in forma di tavola rotonda, di dibattito o di seminario, invitando ad intervenire anche  esperti  locali in grado di richiamare l’ interesse degli operatori sportivi, dirigenti o tecnici che siano. Inutile dire che  l’ Accademia sarà sempre al fianco di chi vorrà farsi  carico di simili iniziative.

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